Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Sottordine: Serpentes
Famiglia:Colubridae
Genere: Lampropeltis
Ordine: Squamata
Sottordine: Serpentes
Famiglia:Colubridae
Genere: Lampropeltis
Testi e foto: Andrea Santamaria
Origine:
Origine:
In cattività:
Da adulti arrivano a lunghezze anche di 1,80m (la cosa varia di specie in specie); in cattività non sempre è detto che raggiungano tali dimensioni.
Possono essere stabulati sia in terrari (biotopo e non), sia in fauna box o, comunque in vasche di plastica di idonee dimensioni.
I baby è opportuno stabularli in fauna box di dimensioni ridotte (30 X 30 X 15h), in modo tale da non far sentire spaesato l’animale, e quindi evitargli inutili stress.
Gli adulti dovranno essere stabulati in terrari/fauna box più grandi (80 X 60 X 20h), dove vi sia possibile ricreare una zona calda e una zona fredda (in quanto i serpenti sono ectotermi).
La temperatura ottimale sarebbe 22/24°C nella zona fredda e 28/30°C nella zona calda, con un’umidità circa del 50/60% (umidità elevata, potrebbe causare problemi respiratori all’animale). Per mantenere queste temperature, possiamo posizionare il tappetino/cavetto riscaldante sotto 1/3 del box, e se utilizziamo un terrario, possiamo mettere queste fonti riscaldanti all’interno, isolate però da un doppio fondo, evitando quindi che il serpente si ustioni standoci a contatto. Non avremo bisogno di spot, in quanto il calore deve provenire dal suolo, essendo comunque animali crepuscolari.
La temperatura dovremmo controllarla e regolarla con un termostato (i termostati a sonda, sono migliori). Per mantenere l’umidità in maniera corretta, potremmo decidere noi, dove posizionare la ciotola dell’acqua (che deve essere sempre presente), mettendola nella zona calda per far innalzare l’umidità, e nella zona fredda per "abbassarla".
Importanti, sono anche le prese d’aria, che influiscono su temperatura e umidità e garantiscono un buon ricircolo dell’aria (dovranno essere fatte sui due lati opposti, ed in maniera sfalsata).
Se la luce naturale non è sufficiente a garantire un buon fotoperiodo, possiamo utilizzare noi un semplice neon, che terremo acceso circa 12 ore in primavera/estate, e circa 10 ore in autunno/inverno.
I substrati che possiamo utilizzare sono molteplici, il più comodo e sterile è sicuramente la carta assorbente (forse però poco piacevole esteticamente); altri substrati idonei, sono: aspen, truciolo di faggio depolverato, sughero macinato depolverato e sterilizzato, giornali.
Substrati non idonei invece sono: sabbia di ogni tipo, lettiere per gatti, tutolo di mais, trucioli di abete e pino.
All’interno è possibile mettere 1/2 tane, una nella zona calda e casomai una nella zona fredda, insieme ad una ciotola dell'acqua di idonee dimensioni, che permetta al serpente di riuscire a immergersi completamente.
In qualsiasi caso comunque, l'igiene è fondamentale; le feci vanno elimate subito e periodicamente, va sostituito il substrato, con annessa pulizia del terrario/box.
Da adulti arrivano a lunghezze anche di 1,80m (la cosa varia di specie in specie); in cattività non sempre è detto che raggiungano tali dimensioni.
Possono essere stabulati sia in terrari (biotopo e non), sia in fauna box o, comunque in vasche di plastica di idonee dimensioni.
I baby è opportuno stabularli in fauna box di dimensioni ridotte (30 X 30 X 15h), in modo tale da non far sentire spaesato l’animale, e quindi evitargli inutili stress.
Gli adulti dovranno essere stabulati in terrari/fauna box più grandi (80 X 60 X 20h), dove vi sia possibile ricreare una zona calda e una zona fredda (in quanto i serpenti sono ectotermi).
La temperatura ottimale sarebbe 22/24°C nella zona fredda e 28/30°C nella zona calda, con un’umidità circa del 50/60% (umidità elevata, potrebbe causare problemi respiratori all’animale). Per mantenere queste temperature, possiamo posizionare il tappetino/cavetto riscaldante sotto 1/3 del box, e se utilizziamo un terrario, possiamo mettere queste fonti riscaldanti all’interno, isolate però da un doppio fondo, evitando quindi che il serpente si ustioni standoci a contatto. Non avremo bisogno di spot, in quanto il calore deve provenire dal suolo, essendo comunque animali crepuscolari.
La temperatura dovremmo controllarla e regolarla con un termostato (i termostati a sonda, sono migliori). Per mantenere l’umidità in maniera corretta, potremmo decidere noi, dove posizionare la ciotola dell’acqua (che deve essere sempre presente), mettendola nella zona calda per far innalzare l’umidità, e nella zona fredda per "abbassarla".
Importanti, sono anche le prese d’aria, che influiscono su temperatura e umidità e garantiscono un buon ricircolo dell’aria (dovranno essere fatte sui due lati opposti, ed in maniera sfalsata).
Se la luce naturale non è sufficiente a garantire un buon fotoperiodo, possiamo utilizzare noi un semplice neon, che terremo acceso circa 12 ore in primavera/estate, e circa 10 ore in autunno/inverno.
I substrati che possiamo utilizzare sono molteplici, il più comodo e sterile è sicuramente la carta assorbente (forse però poco piacevole esteticamente); altri substrati idonei, sono: aspen, truciolo di faggio depolverato, sughero macinato depolverato e sterilizzato, giornali.
Substrati non idonei invece sono: sabbia di ogni tipo, lettiere per gatti, tutolo di mais, trucioli di abete e pino.
All’interno è possibile mettere 1/2 tane, una nella zona calda e casomai una nella zona fredda, insieme ad una ciotola dell'acqua di idonee dimensioni, che permetta al serpente di riuscire a immergersi completamente.
In qualsiasi caso comunque, l'igiene è fondamentale; le feci vanno elimate subito e periodicamente, va sostituito il substrato, con annessa pulizia del terrario/box.
Alimentazione:
In natura i serpenti del genere Lampropeltis, si nutrono di piccoli roditori, rettili, anfibi e anche di altri serpenti, essendo infatti ofidiofagi.
In cattività invece, potremmo alimentarli solo con topi e ratti, che costituiscono dei pasti molto completi.
I baby li alimenteremo a partire con i pinkies di topo, ogni 4/5 giorni; man mano che crescono, aumenteremo anche la taglia della preda e il lasso di tempo tra un pasto ed un altro (7/10 giorni per esemplari adulti). Un consiglio è quello di fornire una preda leggermente più grande, invece di darne 2 insieme.
Per regolarci con la grandezza delle prede, potremmo utilizzare la “famosa regola” del 20%, che consiste nel somministrare prede che raggiungono il 20% circa del peso del serpente.
Si possono somministrare prede vive, congelate, o utilizzare il metodo del pre-killed; in caso di prede grandi, è consigliabile dare prede congelate, o utilizzare il pre-killed, in quanto i topi/ratti di determinate dimensioni potrebbero ferire (in alcuni casi anche seriamente) i serpenti, nel tentativo di difendersi o di liberarsi dalle spire dell’animale. Somministrando prede vive, o utilizzando il pre-killed, c'è comunque il rischio che il topo possa trasmettere parassiti (acari ad esempio) al serpente. Personalmente utilizzo solo pasti decongelati, che lascio scongelare a temperatura ambiente e, pochi attimi prima di darli al serpente, li riscaldo con una qualsiasi fonte di calore, in modo da stimolare più l’animale. Se passano 6 mesi dal congelamento della preda, quest'ultima perderà alcuni valori nutritivi.
Possiamo utilizzare pinze e agitare il topo davanti il seprente, oppure lasciare la preda dentro al box.
E’ possibile che a volte il serpente salti alcuni pasti, ed in questi casi, non bisogna insistere nel proporre la preda, ma lasciarli in pace per alcuni giorni e ritentare solo successivamente. A volte i digiuni potrebbero essere molto lunghi e potrebbe succedere perché la stabulazione non è corretta, o perché l’animale, potrebbe essere parassitato; è quindi opportuno di tanto in tanto, far analizzare le feci e farlo visitare da un veterinario esperto in rettili.
In natura i serpenti del genere Lampropeltis, si nutrono di piccoli roditori, rettili, anfibi e anche di altri serpenti, essendo infatti ofidiofagi.
In cattività invece, potremmo alimentarli solo con topi e ratti, che costituiscono dei pasti molto completi.
I baby li alimenteremo a partire con i pinkies di topo, ogni 4/5 giorni; man mano che crescono, aumenteremo anche la taglia della preda e il lasso di tempo tra un pasto ed un altro (7/10 giorni per esemplari adulti). Un consiglio è quello di fornire una preda leggermente più grande, invece di darne 2 insieme.
Per regolarci con la grandezza delle prede, potremmo utilizzare la “famosa regola” del 20%, che consiste nel somministrare prede che raggiungono il 20% circa del peso del serpente.
Si possono somministrare prede vive, congelate, o utilizzare il metodo del pre-killed; in caso di prede grandi, è consigliabile dare prede congelate, o utilizzare il pre-killed, in quanto i topi/ratti di determinate dimensioni potrebbero ferire (in alcuni casi anche seriamente) i serpenti, nel tentativo di difendersi o di liberarsi dalle spire dell’animale. Somministrando prede vive, o utilizzando il pre-killed, c'è comunque il rischio che il topo possa trasmettere parassiti (acari ad esempio) al serpente. Personalmente utilizzo solo pasti decongelati, che lascio scongelare a temperatura ambiente e, pochi attimi prima di darli al serpente, li riscaldo con una qualsiasi fonte di calore, in modo da stimolare più l’animale. Se passano 6 mesi dal congelamento della preda, quest'ultima perderà alcuni valori nutritivi.
Possiamo utilizzare pinze e agitare il topo davanti il seprente, oppure lasciare la preda dentro al box.
E’ possibile che a volte il serpente salti alcuni pasti, ed in questi casi, non bisogna insistere nel proporre la preda, ma lasciarli in pace per alcuni giorni e ritentare solo successivamente. A volte i digiuni potrebbero essere molto lunghi e potrebbe succedere perché la stabulazione non è corretta, o perché l’animale, potrebbe essere parassitato; è quindi opportuno di tanto in tanto, far analizzare le feci e farlo visitare da un veterinario esperto in rettili.
Muta:
La muta è un processo in cui l’animale cambia lo strato di pelle superficiale (epidermide), rinnovandolo.
In questa fase il serpente, starà spesso in acqua e mostrerà colori sbiaditi con occhi velati di colore grigio/blu, dovuti al formarsi di liquido linfatico tra la vecchia e la nuova pelle; quando il liquido si è riassorbito, l’animale avrà di nuovo colori “classici” e, si appresterà quindi a sostituire la vecchia pelle.
Il serpente durante questa fase è parecchio stressato; è quindi necessario cercare di non maneggiare e alimentare l’animale (potrebbero rifiutare o anche rigettare successivamente il pasto). Per favorire questo processo l’umidità dovrà aggirarsi intorno al 65/70%, e per rendere ciò possibile, spostiamo la ciotola d’acqua nella zona calda.
Una volta compiuta la muta, dovremmo accertarci che non vi siano residui di vecchia pelle sull’animale, ed in particolare in prossimità della coda (non sono rari i casi in cui la coda, a causa di lacci di pelle residua, vada in necrosi); possiamo in caso in cui ci siano vari brandelli di muta attaccati al corpo, fargli fare un bagnetto in una bacinella con acqua tiepida/calda (non bollente) per circa 15 minuti, e poi sfilare leggeremente i pezzetti di pelle con le dita o con un cotton fioc.
La muta è un processo in cui l’animale cambia lo strato di pelle superficiale (epidermide), rinnovandolo.
In questa fase il serpente, starà spesso in acqua e mostrerà colori sbiaditi con occhi velati di colore grigio/blu, dovuti al formarsi di liquido linfatico tra la vecchia e la nuova pelle; quando il liquido si è riassorbito, l’animale avrà di nuovo colori “classici” e, si appresterà quindi a sostituire la vecchia pelle.
Il serpente durante questa fase è parecchio stressato; è quindi necessario cercare di non maneggiare e alimentare l’animale (potrebbero rifiutare o anche rigettare successivamente il pasto). Per favorire questo processo l’umidità dovrà aggirarsi intorno al 65/70%, e per rendere ciò possibile, spostiamo la ciotola d’acqua nella zona calda.
Una volta compiuta la muta, dovremmo accertarci che non vi siano residui di vecchia pelle sull’animale, ed in particolare in prossimità della coda (non sono rari i casi in cui la coda, a causa di lacci di pelle residua, vada in necrosi); possiamo in caso in cui ci siano vari brandelli di muta attaccati al corpo, fargli fare un bagnetto in una bacinella con acqua tiepida/calda (non bollente) per circa 15 minuti, e poi sfilare leggeremente i pezzetti di pelle con le dita o con un cotton fioc.
Bruma:
Alcuni allevatori fanno eseguire ai loro serpenti, un periodo di bruma, lasciando l’animale a digiuno per le antecedenti 2/3 settimane.
La temperatura gradualmente, nel giro di 8/10 giorni, dovrà abbassari fino ai 15°C circa. In questo periodo di bruma, che va dai 2 ai 3 mesi, l’animale non verrà alimentato, ma bisogna lasciare disponibile sempre una ciotola con l’acqua.
Una volta passato questo periodo, le temperature dovranno alzarsi gradualmente fino a raggiungere quelle ottimali; questo stimolerà anche gli animali nell’accoppiamento.
E’ sconsigliato brumare esemplari sotto l’anno di vita, e prima di brumare l’animale, è opportuno fare eseguire un’analisi delle feci; e se verrà riscontrata la presenza di parassiti, non sarà possibile (consigliabile) fare eseguire la bruma e quindi adoperarsi per curare il serpente.
Dopo la bruma, gli animali saranno anche più "attivi" sessualmente.
Alcuni allevatori fanno eseguire ai loro serpenti, un periodo di bruma, lasciando l’animale a digiuno per le antecedenti 2/3 settimane.
La temperatura gradualmente, nel giro di 8/10 giorni, dovrà abbassari fino ai 15°C circa. In questo periodo di bruma, che va dai 2 ai 3 mesi, l’animale non verrà alimentato, ma bisogna lasciare disponibile sempre una ciotola con l’acqua.
Una volta passato questo periodo, le temperature dovranno alzarsi gradualmente fino a raggiungere quelle ottimali; questo stimolerà anche gli animali nell’accoppiamento.
E’ sconsigliato brumare esemplari sotto l’anno di vita, e prima di brumare l’animale, è opportuno fare eseguire un’analisi delle feci; e se verrà riscontrata la presenza di parassiti, non sarà possibile (consigliabile) fare eseguire la bruma e quindi adoperarsi per curare il serpente.
Dopo la bruma, gli animali saranno anche più "attivi" sessualmente.
Accoppiamento:
L'accoppiamento non è affatto difficile, l'importante è seguire alcune "linee guida" in modo tale da non commettere errori.
I maschi sono riproduttivi anche a circa un anno di vita, mentre le femmine hanno bisogno di più tempo (2 anni o poco più) per raggiungere anche un peso idoneo (almeno 300 gr) che le consenta di affrontare la gestazione in tutta tranquillità.
Per le successive 3 settimane alla fine della bruma, gli animali vanno nutriti con regolarità. Dopo la prima muta effettuata dalla femmina (ciò implica l'inizio dell'ovulazione) possiamo inserire la femmina nel terrario del maschio. Il corteggiamento del maschio, consiste in una serie di movimenti a scatti, allineandosi man mano sempre più alla femmina e cercando di intrecciarsi al suo corpo; dopo di che il maschio inserirà uno dei due emipeni all'interno della cloaca della femmina, rimanendo così in un lasso di tempo che va dai 15-20 minuti, anche a diverse ore. Ad accoppiamento avvenuto, bisogna separarli e rimetterli insieme dopo 4-5 giorni per almeno un altro paio di volte, in modo tale da essere più sicuro dell'effettiva fecondazione.
Per le successive 4-5 settimane, la femmina aumenterà le proprie dimensioni per poi fare la muta pre-deposizione; dopo 7-15 giorni verranno deposte le uova in una tana umida che precedentemente avremo inserito.
L'accoppiamento non è affatto difficile, l'importante è seguire alcune "linee guida" in modo tale da non commettere errori.
I maschi sono riproduttivi anche a circa un anno di vita, mentre le femmine hanno bisogno di più tempo (2 anni o poco più) per raggiungere anche un peso idoneo (almeno 300 gr) che le consenta di affrontare la gestazione in tutta tranquillità.
Per le successive 3 settimane alla fine della bruma, gli animali vanno nutriti con regolarità. Dopo la prima muta effettuata dalla femmina (ciò implica l'inizio dell'ovulazione) possiamo inserire la femmina nel terrario del maschio. Il corteggiamento del maschio, consiste in una serie di movimenti a scatti, allineandosi man mano sempre più alla femmina e cercando di intrecciarsi al suo corpo; dopo di che il maschio inserirà uno dei due emipeni all'interno della cloaca della femmina, rimanendo così in un lasso di tempo che va dai 15-20 minuti, anche a diverse ore. Ad accoppiamento avvenuto, bisogna separarli e rimetterli insieme dopo 4-5 giorni per almeno un altro paio di volte, in modo tale da essere più sicuro dell'effettiva fecondazione.
Per le successive 4-5 settimane, la femmina aumenterà le proprie dimensioni per poi fare la muta pre-deposizione; dopo 7-15 giorni verranno deposte le uova in una tana umida che precedentemente avremo inserito.
A questo punto è necessario raccogliere le uova così come sono (senza staccarle) facendo attenzione a non capovolgerle (in quanto l'embrione potrebbe soffocare) ed inserirle in incubatrice. Se ci sono slugs (uova non fertili) è bene separarle dal resto e buttarle.
Tramite la speratura è possibile constatare se effettivamente un uovo sia fertile o meno. In caso positivo, noteremo (grazie ad una torcia a led posizionata sull'uovo) una serie di piccoli capillari che si diramano all'interno.
Le uova verranno poste su: fondo vivo per acquari, perlite, o vermiculite con rapporto 1:1 con acqua all'interno di un contenitore. Importanti sono anche i fori per l'areazione, dovremo notare della condensa, ma non troppa da far gocciolare acqua sulle uova.
La temperatura all'interno dell'incubatrice dovrà essere di 27-29°C con umidità del 80-90%.
Dopo un minimo di 55 giorni ed un massimo di 65 giorni, inizieranno a schiudersi. I piccoli bucano l'uovo e anche dopo diverse ore escono.
La temperatura all'interno dell'incubatrice dovrà essere di 27-29°C con umidità del 80-90%.
Dopo un minimo di 55 giorni ed un massimo di 65 giorni, inizieranno a schiudersi. I piccoli bucano l'uovo e anche dopo diverse ore escono.